S.V.E. : Scopri, Vivi, Emozionati Blog dei volontari
Agosto: quinto mese al via ed è già tempo di considerazioni…su cosa? Ma sull'esperienza di volontariato internazionale ovviamente. E su cosa ha significato per me sino ad ora. Il progetto non è ancora concluso ma è bene talvolta voltarsi indietro a guardare cosa si è fatto e vissuto lungo il tragitto.
Agosto: quinto mese al via ed è già tempo di considerazioni…su cosa? Ma sull’esperienza di volontariato internazionale ovviamente. E su cosa ha significato per me sino ad ora. Il progetto non è ancora concluso ma è bene talvolta voltarsi indietro a guardare cosa si è fatto e vissuto lungo il tragitto. Tutto è cominciato da una semplice newsletter inviatami dall’associazione InCo di Molfetta (BA) circa la possibilità di prendere parte ad un progetto di Servizio di Volontariato Europeo (una costola del programma denominato Erasmus+) della durata di 8 mesi da svolgersi presso il Parco Nazionale Dzukija nel remoto sud della Lituania. Ricordo ancora le frasi “sei un amante della natura?” e “cerchiamo un volontario per un progetto imperdibile…”. Poche righe più in là e già mi sono innamorata del progetto. Perché è così che tutto comincia, con l’innamoramento. La voglia di dare una piccola svolta a ciò che si è fatto fino ad allora con una certa rassicurante ma monotona quotidianità. Ancora oggi diverse persone mi chiedono il motivo per cui abbia deciso di fare un’esperienza simile qui, in Lituania. E io rispondo con un semplice ma ‘sempreverde’ (mai termine fu più azzeccato) ‘perché no?!’.
Devo ammettere una iniziale ignoranza da parte mia circa il parco e soprattutto la Lituania in generale. Ma cos’è un progetto SVE? La possibilità di svolgere all’estero un percorso di formazione professionale e non rivolta a tutti i giovani under 30, anche coloro che non sono più studenti.
Per quanto riguarda il mio progetto SVE, l’idea di vivere a contatto con la natura più autentica (di lì a poco avrei scoperto che una delle caratteristiche del parco Dzukija è quella di voler preservare l’ambiente così com’è, senza renderlo necessariamente ‘attraente’ per i turisti) e nel contempo vivere un’esperienza all’estero son bastate a far scattare in me la scintilla. Le attività a cui mi dedico sono molteplici: dal fornire informazioni ai visitatori del parco al guidarli nell’esplorazione della riserva naturale di Čepkeliai; dal monitoraggio del parco fino all’insegnamento della lingua inglese per lo staff. In realtà vorrei soffermarmi anche su alcune riflessioni un po’più personali ma che possano favorire una maggiore comprensione di questo tipo di esperienza. Sebbene si parta già consapevoli di dover affrontare delle sfide che possano portare a dei risultati sia positivi che negativi, non ci si rende mai davvero conto di quanto si possa cambiare durante tutto questo percorso. Da quando sono qui ho avuto modo non solo di sfruttare le abilità che già possedevo (saper accogliere e ‘gestire’ i turisti con le loro mille e uno richieste) ma di (ri)scoprirne delle altre (come ad esempio misurarmi con il ruolo di insegnante di inglese per aiutare lo staff del parco). E non parliamo soltanto di abilità pratiche ma anche di quelle ‘emotive’ e/o sociali. Trasferirsi in un nuovo ambiente e imparare ad adattarsi a usi e costumi diversi da quelli familiari, cercando di stabilire dei bei rapporti con le persone con le quali si condividerà gran parte del proprio tempo: questa è la grande sfida dello SVE. Un percorso di crescita soprattutto personale non esente da piccoli ostacoli. Durante tutto questo periodo sono arrivata persino a mettere in discussione la mia relazione sentimentale ma nel contempo ho acquisito maggiore consapevolezza delle mie qualità e anche di quegli aspetti della mia persona sui quali bisogna lavorarci di più. Di sicuro un’esperienza che rifarei molto volentieri.