ESC short-term in Croazia - L'esperienza di Thomas Blog

30.08.2023 Fabiana Paoli

Ciao!

Sono Thomas Capone. Forse mi avrete già sentito per altri progetti di InCo come Tap Revolution e Humans of Trentino. Ogni tanto InCo Trento mi spedisce come un piccione viaggiatore per varie mete internazionali a rappresentarli.

Occupo il mio tempo insegnando e facendo il formatore. Potete definirmi un’insegnante prestato alla formazione o un formatore prestato all’insegnamento. Scegliete quello che volete :) In questo periodo di ozio estivo ho deciso di darmi da fare e partecipare a varie iniziative. L’ultima in ordine temporale è stata quella in Croazia. Sono partito per un progetto short term ESC presso il centro sociale Rojc Alliance a Pola. L’esperienza è incominciata il 25 luglio ed è finita il 13 agosto.

ESC è l’acronimo di European Solidarity Corps ma è anche il tasto del computer che rappresenta l’uscita. Nella ventina di giorni passati a Pola ho provato a pigiare questo tasto. Ho deciso di uscire dalla mia comfort-zone vacanziera e di iniziare una nuova avventura nei Balcani.

Il mio viaggio ha inizio con una tempesta. Nella notte del 25 luglio nel Nord-Est è scoppiato un forte temporale che ha bloccato tutte le linee dei treni italiane. Ho passato una lunghissima Odissea per arrivare alla fine con più di tre ore in ritardo a Trieste. Perdendo il cambio ho dovuto modificare il mio tragitto passando per Fiume e percorrendo tutta l’Istria per giungere alle 23 circa a Pola (il mio arrivo era previsto alle 16).

Al mio arrivo e il giorno dopo ho incominciato a conoscere i miei coinquilini e i miei nuovi colleghi. Il gruppo era composto principalmente da serbi, bosniaci e croati. La unica persone esterne all’area balcanica eravamo io e una ragazza indiana che conosceva molto bene la città. Io ero letteralmente l’unico straniero del gruppo. Questo poteva che poteva sembrare un punto di debolezza con il tempo si è trasformata in punto di forza. Ho sfruttato la mia “ignoranza” per scoprire il più possibile sulla cultura locale e sulla associazione. A questo mi hanno aiutato anche i dipendeti di Rojc che si sono dimostrati molto disponibili. Oltre a questo alcuni di loro conoscevano molto bene l’italiano. Devo ringraziare in particolare la coordinatrice del progetto Goga con la quale ho creato una buona amicizia. Oltre a lei devo ringraziare Andrea per le bellissime chiacchierate e il mentore Hrvoje che ha iniziato a coniare per me il simpatico nomignolo Luigi.

Nei primi giorni il ritmo di lavoro è stato molto tranquillo e questo ci ha permesso di conoscerci meglio. Siamo anche stati a fare un laboratorio nella stupenda isola Fratarski; in questo posto magico molti locali fanno campeggio e si godono il contatto con la natura incontaminata. Finito il lavoro siamo riusciti anche a goderci un tramonto e a fare gruppo.

Oltre all’isola ho anche avuto modo di esplorare la città di Pola e le sue spiagge stupende. Girovagando per la città si ha l’impressione talvolta di sentirsi a casa visto che lo stile architettonico  è simile a quello di molte città asburgiche. Per di più Pola è stato un centro strategico per i romani e per i veneziani che hanno tenuto la struttura originale del centro storico implementandolo.

Pola è sopratutto un importante centro portuale. Molte persone di diverse culture sono passate e passano per Pola e questo ha permesso questa cittadina di diventare un posto molto più aperto e multiculturale rispetto al resto della Croazia. Scherzando con me la coordinatrice del progetto ha detto “I polesi difficilmente si spostano dalla città perché tanto il mondo arriva comunque da loro”. Il centro sociale Rojc Alliance è la dimostrazione di questo spirito creativo e innovativo di Pola. Il centro è una vecchia struttura austro-ungarica dell’Ottocento dove c’era una accademia per marinai. Essendo abbastanza ampia un gruppo di giovani artisti e creativi ha deciso di occuparla negli anni novanta per svolgere varie attività. Ora la struttura conta più di cento associazioni che fanno attività lì. Nonostante siano presenti varie attività tra cui il centro sociale la struttura non è stata ancora del tutto occupata. 

Passeggiare per Rojc significa immergersi in un ambiente aperto e sempre in crescita. In ogni angolo della struttura ci sono murales e opere d’arte. Oltre a questo all’esterno del centro c’è un parco dove si fanno piccoli eventi chiamato il parco degli artisti. I concerti più importanti vengono svolti invece nel cortile gigante che sta nel centro dell’edificio. 

Un altro luogo significativo di Rojc è Re-Geppetto. Questo spazio è un repair cafè; Si tratta di un luogo dove le persone possono riparare liberamente i loro oggetti con il supporto di un esperto. Qui abbiamo svolto un piccolo workshop costruendo un tavolo con le nostre mani. Poter creare qualcosa di concreto dopo tanti anni di studi teorici è stata una bella sensazione.

Rojc Alliance possiede anche una radio che è una delle più importanti radio indipendenti croate. Io sono stato ospitato ben due volte nel programma radiofonico. Per me è stato un grande onore! Le settimane sono così passate tra eventi da organizzare, persone da incontrare e trasmissioni radio. Nella ultima settimana ci siamo poi concentrati nella progettazione e gestione del World Cafè. Si tratta di un modo creativo e non formale per parlare di un argomento specifico. 

Avendo avuto già organizzato questo tipo di attività ho dato una mano nella gestione di questo evento. In questo caso l’argomento di cuoi dovevamo parlare era l’imprenditoria sociale. Abbiamo studiato l’argomento e trovato quattro tematiche che lo rappresentavano. A questo punto abbiamo creato quattro tavoli tematici dove le persone si potevano muovere per parlare di queste specifiche tematiche. Ad ogni tavolo c’era un volontario esperto nell’argomento che facilitava la conversazione e i partecipanti giravano liberamente per i tavoli.

L’evento ha permesso ai volontari di mettersi in gioco e acquisire maggiore sicurezza in se stessi. Finito World Café c’è stato il momento dei saluti. Dopo venti giorni passati assieme abbiamo avuto modo di divertirci, lavorare e talvolta anche litigare ma quello che abbiamo fatto è stato soprattutto crescere assieme conoscendo meglio noi stessi attraverso gli altri.