Ethnicity and Integration in Multicultural Europe (ETNIC) Blog
Grazie. La prima parola che mi viene in mente pensando all'esperienza vissuta a Caciulata, in Romania, alla fine dello scorso anno (dal 26 novembre al 3 dicembre 2017) è proprio "grazie".
Il progetto, rivolto a chi lavora con i giovani in ambito multiculturale, consisteva in un periodo di formazione "non formale" durante il quale scambiare esperienze, buone prassi, strumenti, idee, contatti tra operatori e organizzazioni di diversi paesi d'Europa che lavorano per l'inclusione delle minoranze etniche. Insegnando italiano agli stranieri in uno SPRAR e occupandomi, su diversi fronti, di mediazione e inclusione, sapevo che sarebbe stata un'esperienza davvero importante per me sul piano professionale.
In realtà, però, è stato molto di più. Si è trattato di uno scambio di vissuti, di timori, di difficoltà, di piccole e grandi vittorie, di sudate soluzioni.
Per me era la prima volta che partecipavo ad un progetto del genere e ho affrontato il viaggio di andata con qualche paura legata soprattutto all'aspetto linguistico: come farò mai a parlare solo in inglese per quasi una settimana con persone che provengono da ogni angolo del continente? Sarò in grado di farmi capire? E io sarò in grado di capire loro? Riuscirò a partecipare senza troppe difficoltà alle attività? E l'esperienza che porterò sarà ritenuta interessante?
Quei giorni sono stati importantissimi non solo per la mia formazione, ma anche per la mia crescita personale. Ebbene, sì: sono riuscita a parlare in inglese e a farmi capire, sono riuscita ad intendere le relazioni dei miei compagni di avventura e ad assorbire come una spugna le loro esperienze, sono riuscita a partecipare alle attività previste da progetto, sono riuscita a stringere amicizia con più di qualcuno. Sono cresciuta professionalmente e umanamente. E' stata un'occasione per acquisire competenze e mettermi alla prova. Un'esperienza che rifarei mille volte, probabilmente con qualche paura in meno e ancora più entusiasmo.