Feedback di Adele, volontaria ESC presso Surf Clube do Viana, Portogallo Blog
Cercando di ripercorrere dall’inizio la mia esperienza presso il Surf Clube, vorrei porre l’adeguata importanza che ebbe l’accoglienza dei primi giorni: fin da subito è infatti emerso come il gruppo di lavoro fosse altamente abituato a ricevere volontari da altri paesi, per cui sono state immediate le sensazioni di poter chiedere per orientarsi al meglio, di trovarsi all’interno di una grande famiglia (o, appunto, di un grande Clube) e di trovarsi in una dinamica di scambio in cui c’era reciproco interesse nel conoscersi.
Nel giro di pochi giorni ho cominciato ad affiancare praticamente tutte le attività “pratiche” quotidiane, dalla manutenzione all’accompagnamento delle lezioni in acqua, portando quanta più proattività possibile e ricevendo moltissima fiducia. Ho, in tutto questo, avuto l’occasione anche di godermi i primi momenti da straniera, comprendendo poco delle dinamiche prettamente culturali, ascoltando a lungo una lingua al tempo sconosciuta e dedicandomi più al fare domande che a ricercare in autonomia risposte. Ho molto apprezzato l’organizzazione interna del progetto di volontariato, con ruoli definiti e una calendarizzazione tanto dei compiti diari quanto dei follow up mensili.
Ciò che ne è seguito a livello di esperienza lo potrei descrivere come rilassante, abbondante e ricco di emozioni positive: ha fatto da padrona probabilmente tanto la mia aspettativa di trascorrere per 6 mesi una esperienza in solitaria, rapidamente smentita dall’inserimento in un gruppo di pari con molta condivisione, quanto l’opportunità di scoprire e scoprirmi maggiormente nel campo sportivo, apprendendo ovviamente il surf e dedicando più attenzione e tempo agli sport che già praticavo. A completare il tutto è stata anche l’esperienza di coabitazione con un altro volontario e un dipendente del Clube, che mi hanno permesso di “ringiovanire” di qualche anno e di vivere a fondo l’aspetto internazionale del progetto.
A conti fatti, ho apprezzato molto la città di Viana do Castelo, la realtà del nord del Portogallo e ciò che questo territorio ha da offrire, portandomi a “casa” (qualunque essa sia e sarà) la consapevolezza di una adattabilità che non pensavo più di avere e un grande desiderio di continuare a vivere secondo certe abitudini apprese qua: stare ai dettami della natura, programmare il futuro senza farsi sopraffare, trascorrere tempo con persone da me differenti per età e background da ascoltare e ammirare, dedicare il giusto spazio alla rielaborazione per assaporare al meglio le vicissitudini, godersi la leggerezza della “marginalità”.
È un grande grazie e, sicuramente, un arrivederci.