ESC – Le esperienze di Irene e Bogna
Ciao a tutti! Siamo Irene dall’Italia e Bogna dalla Polonia. Entrambe ci siamo candidate per svolgere un progetto con il Corpo Europeo di Solidarietà (ESC), ovvero un programma finanziato dall’Unione Europea per giovani fra i 18 e i 30 anni che desiderano fare volontariato in Europa. Vorremmo condividere con voi le nostre esperienze, sperando vi possano ispirare ad unirvi a questo programma e vivere una nuova avventura!
I: Ciao! Sono Irene e a ottobre 2019 ho deciso di partecipare a un progetto ESC in Romania. Ho svolto volontariato con altri nove ragazzi da tutta Europa, collaborando con due parchi naturali nel distretto di Vâlcea e aiutando nella promozione e nella cura della segnaletica sui sentieri.
Quando hai iniziato il tuo progetto Bogna?
B: Ma è fantastico! Ho svolto il mio primo progetto di un mese in Slovacchia e al momento sto svolgendo un progetto a lungo termine nella bellissima Italia. Mi occupo di supportare NGO che aiutano i ragazzi a intraprendere esperienze estere.
Quali erano i tuoi compiti, puoi raccontarci un po’?
I: Certo! I primi mesi abbiamo avuto l’occasione di esplorare la natura che ci circondava e scoprire i vari sentieri in montagna. Con gennaio abbiamo iniziato a proporre workshops nelle scuole con l’obiettivo di sensibilizzare sull’importanza di prendersi cura della natura. Anche per questo motivo abbiamo deciso di svolgere attività di pulizia nei boschi e nei luoghi naturali della città, come per esempio lungo la riva del fiume.
Quali sono le tue aspettative per i prossimi mesi?
B: Sto provando a non aspettarmi troppo e ad essere aperta a nuove cose. Vorrei però concentrarmi sullo studio dell’italiano e cercare di non tralasciare opportunità per creare connessioni significative.
Hai dovuto affrontare difficoltà particolari durante il tuo progetto? So che vivere all’estero può essere difficile.
I: Sfortunatamente mentre svolgevo il mio progetto è scoppiata la pandemia e anche noi, come in Italia, siamo stati messi in quarantena e così il volontariato si è un po’ fermato. Nonostante ciò, questa esperienza ha continuato a darmi molto, infatti ho imparato a vivere con persone che fino a pochi mesi prima rappresentavano degli estranei e che col tempo sono diventate una famiglia.
Hai qualche paura riguardo i prossimi mesi?
B: Wow, sembra tu abbia vissuto un’esperienza unica! Non tutti hanno dovuto affrontare la pandemia mentre si trovavano all'estero.
La mia paura principale era quella di non andare d’accordo con i miei coinquilini. Vivendo con altre quattro persone sapevo che avrei dovuto cercare di essere aperta e rispettosa delle differenze culturali.
Quali sono le cose più importanti che hai imparato da quell’esperienza?
I: Ho imparato l’importanza dell’aiutarsi a vicenda anche in momenti di caos e incertezza: nessuno di noi era pronto ad affrontare una pandemia globale. Posso dire inoltre di aver avuto l’occasione di imparare molto riguardo gli altri paesi europei, le loro tradizioni e le loro culture. Ho imparato ad accettare le nostre differenze e in generale a non giudicare le varie scelte della vita dei miei compagni che alla fine ci hanno portati a condividere quell’avventura assieme.
Hai vissuto qualche shock culturale? C’è qualcosa che ti affascina della cultura italiana?
B: Certo! Sto svolgendo il mio progetto nel nord Italia e adoro la loro cultura sportiva e la passione per le escursioni in montagna. Il cibo è ovviamente fantastico, per esempio il risotto alla zucca mi piace particolarmente. Parlando di shock culturale, evidenzierei soprattutto come gli italiani si prendono tutto il tempo necessario per godersi il caffè o l’aperitivo. Nella mia cultura non c’è spazio per lunghe pause dal lavoro.
Consiglieresti questi progetti a coloro che non sono sicuri di unirsi ai volontari ESC?
I: Sì, assolutamente, perchè credo che questi tipi di iniziative non riguardano esclusivamente il progetto, ma permettono anche di scoprire se stessi e il mondo, ti aiutano a crescere e a goderti la vita in maniera differente. Durante quell’anno ho costruito amicizie profonde e durature e, anche se inizialmente pensavo sarebbe stato difficile tenersi in contatto e vedersi, in realtà mi sono accorta di avere semplicemente creato occasioni in più per viaggiare e ho imparato come vivere al massimo ogni singolo momento che riesco a trascorrere con loro.
Come potete vedere, questi progetti arricchiscono le vostre vite… e non solo a livello di curriculum lavorativo! Non sarà sempre facile e sicuramente vi ritroverete ad affrontare varie sfide, ma alla fine sono proprio gli ostacoli che ci permettono di crescere come persone.
Se avete altri dubbi o curiosità e avete bisogno di ancora un po’ di incoraggiamento, vi lasciamo il link per dare un occhio al Blog dei volontari! https://www.incoweb.org/Blog-dei-volontari
A presto!
Irene e Bogna
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ESC – Irene and Bogna's experiences
Hi, we are Irene from Italy and Bogna from Poland and we both applied for the European Solidarity Corps. It is an EU-funded programme for young people aged between 18 and 30 who wish to volunteer in Europe. We want to share with you our experiences, hoping it could inspire you to join the programme and live a new adventure!
I: Hi, I am Irene and in October 2019 I have decided to join an ESC project in Romania. I volunteered with nine other people from all around Europe, working with two nature parks in the Vâlcea district and helping with the promotion and the trail signs.
When did you start your project?
B: That is amazing. I did my first short term project in Slovakia which lasted one month and now I am in the middle of a long term one in beautiful Italy. Mine is about supporting NGOs that help young people to get international experience.
What were your tasks there, can you tell us a little bit more?
I: Sure! The first months we had the opportunity to explore the nature around us and to discover many paths in the region. In January we started to do workshops in the schools with the goal of raising awareness about the value of nature and the importance of keeping it clean and respecting it. This is one of the reasons why we decided to also start environmental cleaning activities, not only in the mountains, but also in natural places in the city such as along the riverbank.
What are your expectations for the next months?
B: I am trying not to expect that much and try to be open with all the new stuff that will come for sure. The only thing I would like to focus on is learning Italian and not wasting opportunities to create meaningful connections.
Did you struggle with something hard during your project? I know that living abroad could be really challenging.
I: Unfortunately, that was the year of the covid pandemic and, as here in Italy, we were soon forced to quarantine and somehow our project stopped a little bit. Despite this, the project has continued to give me much, as I learnt to live with almost strangers and find a new family.
Do you have any fears about the next months?
B: That sounds like you had a really unique experience. Not everyone had to deal with the pandemic while being abroad. My main fear was not to get along well with my roommates. Since I have 4 of them I knew that I had to be very open and respectful towards different cultures.
What were the main things you learnt?
I: I learnt the importance of helping each other and being supportive even in times of chaos and uncertainty: none of us was ready to face a global pandemic. Now I can say that I had the opportunity to discover a lot about other European countries, their traditions and culture. I learnt to accept the differences between us, and in general to accept the different paths in life that led us to share that adventure together.
Did you have any cultural shock? Do you like something in particular about Italian culture?
B: Certo! I am doing my project in the north part of Italy so I am really in love with the hiking culture and being active in general. The food is of course amazing like for example risotto con la zucca. When it comes to culture shocks, the biggest one was to see how Italians are taking their time for enjoying coffee and taking aperitivo really slowly. In my culture you have no space for taking slow breaks from work.
Would you recommend the project for those who are really not sure if they should join the ECS community?
I: Yes, absolutely, because I think these kinds of initiatives are not just about the project itself, they are about discovering yourself and the world, growing and learning to enjoy life in a different way. In that year I built friendships for life and although at first, I thought it would have been hard to keep in touch and see each other over the years, the truth is that I had just built the opportunity to travel more and I learnt to enjoy every single moment with those people.
As you can see, these projects can bring a lot to your life, and not just on a job curriculum level. It is not always gonna be easy and for sure you will have to deal with some challenges, but in the end this is what makes you grow as a person.
If you still have doubts and need extra encouragement you can also check the blog of volunteers on our webiste: https://www.incoweb.org/Blog-dei-volontari
Until next time!
Irene and Bogna